Programmi di reinsediamento dal 2013

Dal 2013 il Consiglio federale ha preso diverse decisioni per permettere a persone particolarmente bisognose di protezione di entrare in Svizzera in modo diretto e sicuro.

Progetto pilota Reinsediamento

Nel settembre 2013 il Consiglio federale ha deciso di accogliere entro la fine del 2015, nell’ambito di un progetto pilota Reinsediamento, complessivamente 500 rifugiati particolarmente bisognosi di protezione. Si trattava di vittime del conflitto siriano che l’ACNUR aveva già riconosciuto quali rifugiati.

Tra novembre 2013 e dicembre 2015 sono state accolte in Svizzera 502 persone, perlopiù rifugiati siriani provenienti da Libano e Giordania, nonché alcuni Iracheni e Palestinesi, reinsediati direttamente dalla Siria. In Svizzera queste persone sono state ripartite tra gli otto Cantoni partecipanti al progetto pilota (San Gallo, Ginevra, Soletta, Lucerna, Vallese, Basilea Campagna, Sciaffusa e Uri).

Per promuovere l’integrazione delle persone interessate e sostenere i Cantoni, il Consiglio federale ha stanziato 12 milioni di franchi, in aggiunta al consueto importo forfettario per l’integrazione e ai programmi d’integrazione cantonali (PIC). Ai Cantoni è stato versato un importo forfettario supplementare di 20 000 franchi a persona per misure d’integrazione specifiche. Un'altra parte dei fondi è stata investita già in loco nell’informazione dei rifugiati prima della loro partenza verso la Svizzera (Pre-Departure Orientation, si veda la rubrica Integrazione). È stato inoltre introdotto un monitoraggio. I programmi biennali d’integrazione nei Cantoni partecipanti al progetto pilota si sono conclusi alla fine del 2017.

Decisioni del Consiglio federale del 6 marzo e del 18 settembre 2015: HUMAK

Il 6 marzo 2015 il Consiglio federale ha deciso di accogliere, tramite reinsediamento o grazie al rilascio agevolato di visti umanitari, fino a 3000 altre vittime del conflitto siriano nel quadro di un’azione umanitaria (HUMAK) di tre anni. Con decisione del 18 settembre 2015 il Consiglio federale ha inoltre deciso di partecipare al primo programma europeo di ricollocazione mettendo a disposizione fino a 1500 posti. Questo gruppo è stato computato sul contingente di 3000 persone dell’azione umanitaria HUMAK, di cui 1500 sono state pertanto accolte nel quadro della ricollocazione, 1000 in quello del reinsediamento e 500 grazie a visti umanitari.

Non sono stati stanziati fondi supplementari per l’integrazione nei Cantoni.

 
Reinsediamento

Le decisioni del Consiglio federale prevedevano di reinsediare in Svizzera, sull’arco di tre anni, 1000 vittime del conflitto siriano bisognose di particolare protezione. Come nel caso del primo progetto pilota Reinsediamento, si trattava prevalentemente di rifugiati siriani provenienti dai Paesi di prima accoglienza Giordania e Libano nonché di rifugiati iracheni e palestinesi giunti in Svizzera direttamente dalla Siria. Il programma di accoglienza si è svolto in stretta cooperazione con l’ACNUR e si è concluso a gennaio 2017. Sono giunte in Svizzera 999 persone.

 
Visti umanitari

A fronte della crisi in Siria, nel quadro dell’azione umanitaria HUMAK la Svizzera aveva temporaneamente esteso il rilascio di visti umanitari. Questi rilasci agevolati del visto erano destinati esplicitamente ai parenti stretti (coniugi e figli minorenni) di cittadini siriani già ammessi in Svizzera a titolo provvisorio. Al momento della presentazione della domanda di visto, i beneficiari dell’azione dovevano trovarsi in Siria oppure trovarsi in conseguenza della crisi in uno Stato limitrofo (Egitto, Libano, Giordania o Turchia) senza status di soggiorno consolidato. In questo contesto, tra maggio 2015 e gennaio 2018 (conclusione della misura) sono stati rilasciati 501 visti umanitari.

 
Ricollocazione

Il 18 settembre 2015 il Consiglio federale ha deciso di partecipare al primo programma europeo di ricollocazione riguardante 40 000 persone bisognose di protezione e stabilito il 14 settembre 2015 dall’Unione europea (UE). Questo programma mirava a sgravare i Paesi situati alla frontiera esterna dell’UE, soprattutto l’Italia e la Grecia, che a causa degli accresciuti flussi migratori in direzione dell’Europa dovevano far fronte a un numero particolarmente elevato di domande d’asilo. La Svizzera si è dichiarata disposta ad accogliere fino a 1500 richiedenti l’asilo: sono state ammesse e sottoposte a una procedura d’asilo nazionale 921 persone dall’Italia e 579 dalla Grecia.

Decisione del Consiglio federale del 9 dicembre 2016: Reinsediamento II

A dicembre 2016 il Consiglio federale ha deciso di accogliere in Svizzera, sull’arco di due anni, altre 2000 vittime del conflitto siriano. Anche in questo caso si trattava di rifugiati riconosciuti dall’ACNUR provenienti dai Paesi di prima accoglienza Libano e Giordania nonché di Iracheni e Palestinesi giunti in Svizzera direttamente dalla Siria. Questa azione si è conclusa, come da pianificazione, nella primavera 2019. Sono giunte in Svizzera 1993 persone.

Per sostenere l’integrazione di questi rifugiati nonché i Cantoni, sono stati stanziati 24 milioni di franchi, ossia circa 12 000 franchi a persona. Nei Cantoni i rifugiati sono accompagnati per due anni con un programma d’integrazione supplementare, complementare alle consuete misure integrative.

Misura umanitaria urgente Libia

In seguito all’appello urgente dell’ACNUR, a dicembre 2017 il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha deciso di accogliere 80 persone gravemente toccate dalla crisi libica già evacuate dall’ACNUR in Niger. Gran parte delle 78 persone accolte erano giovani donne eritree che avevano vissuto esperienze traumatiche in patria e in Libia.

Queste persone sono giunte in Svizzera nella primavera e nell’estate del 2018 e sono state accolte dai Cantoni di Basilea Città, Sciaffusa, Zugo, Berna, Vaud, Basilea Campagna, Argovia, Ticino, Soletta, Neuchâtel e Friburgo.

Nei Cantoni sono state accompagnate per due anni con programmi integrativi specifici supplementari, analogamente a quanto previsto per il programma Reinsediamento II.

Decisione del Consiglio federale del 30 novembre 2018: Reinsediamento III

Il 30 novembre 2018 il Consiglio federale ha deciso di continuare a partecipare al programma di reinsediamento dell’ACNUR e di accogliere in Svizzera entro un anno fino a 800 rifugiati bisognosi di particolare protezione, soprattutto vittime del conflitto siriano.

A causa dell’incessante crisi umanitaria lungo la rotta del Mediterraneo, il 16 aprile 2019 il DFGP ha inoltre deciso di destinare fino a 50 posti del contingente previsto per il Reinsediamento III all’accoglienza di persone bisognose di particolare protezione provenienti dalla Libia. In base a tale decisione, la Svizzera ha accolto 35 persone di cittadinanza siriana, eritrea e sudanese che l’ACNUR aveva in precedenza già evacuato dalla Libia in Niger.

Dal 1° maggio 2019 le misure d’integrazione per i rifugiati reinsediati sono svolte nel quadro dell’Agenda Integrazione Svizzera AIS.

All’inizio del 2020 è stato concluso con successo il programma Reinsediamento III, nel quadro del quale 798 persone bisognose di protezione sono giunte in Svizzera. Eccetto poche persone provenienti dalla Libia, i rifugiati accolti erano vittime del confitto siriano, in gran parte famiglie siriane che dopo la fuga dal loro Paese d’origine si erano trattenute in Libano.

Decisione del Consiglio federale del 29 maggio 2019: reinsediamento 2020/2021

Il 29 maggio 2019 il Consiglio federale ha adottato il piano d’attuazione Reinsediamento, di cui aveva preso atto già il 30 novembre 2018. Il piano è stato elaborato di concerto da specialisti della Confederazione, dei Cantoni, dei Comuni e di altre organizzazioni. Prevede una perennizzazione della politica svizzera in materia di reinsediamento, allo scopo agevolare la pianificazione relativa all’alloggio e all’assistenza a lungo termine da parte dei Cantoni. Ogni due anni il Consiglio federale stabilirà, entro una gamma di 1500 a 2000 persone, il contingente esatto di rifugiati reinsediati che saranno ammessi nel quadro del programma.

Il piano di attuazione è stato implementato per la prima volta nel quadro del programma di reinsediamento 2020/2021. Per questo periodo il Consiglio federale aveva deciso di accogliere ogni anno fino a 1600 rifugiati particolarmente bisognosi di protezione: almeno l’80 per cento del contingente era destinato a gruppi di persone provenienti dalle regioni di crisi nel Vicino Oriente e dalla rotta migratoria del Mediterraneo centrale, mentre il rimanente 20 per cento era destinato a situazioni di emergenza umanitaria a breve termine.

Nel primo anno di programma 2020, tuttavia, a causa della pandemia è stato possibile accogliere soli 330 rifugiati reinsediati. Nonostante le condizioni generalmente difficili, nel 2021 è stato possibile recuperare almeno una parte del contingente residuo, per cui alla fine di dicembre 2021, nel quadro del programma di reinsediamento 2020/21 erano entrati in Svizzera complessivamente 1380 rifugiati reinsediati. Tra di essi vi erano 1161 rifugiati che avevano beneficiato di una prima accoglienza in Libano, Turchia ed Egitto. Le persone entrate nel quadro del programma provenivano da Siria, Afghanistan, Sudan, Iraq, Sudan del Sud, Eritrea, Iran, Somalia e Yemen. Sul contingente sono state computate anche le 219 persone evacuate dall’Afghanistan alla fine di agosto 2021. Si tratta di impiegati locali della DSC con le loro famiglie.

Crisi dell’Afghanistan: informazioni chiave

Decisione del Consiglio federale del 19 maggio 2021: reinsediamento 2022/2023

Il 19 maggio 2021 il Consiglio federale ha deciso di ammettere altri 1600 rifugiati reinsediati l’anno durante il periodo 2022/2023. A ciò vengono ad aggiungersi i 220 contingenti residui provenienti dal programma di reinsediamento 2020/2021, che non è stato possibile esaurire a causa della pandemia. Per il 2022 e il 2023 il contingente complessivo ammonta pertanto a 1820 persone l’anno.

Una volta ancora è data la priorità ai rifugiati vulnerabili provenienti dalle regioni di crisi nel Vicino Oriente e dalla rotta migratoria del Mediterraneo centrale – Egitto, Libano e Turchia sono di nuovo definiti quali Stati di prima accoglienza. Fino al dieci per cento del contingente complessivo è destinato a gruppi colpiti da situazioni di crisi impreviste all’infuori di queste zone geografiche prioritarie.

Decisione del Consiglio federale del 16 giugno 2023: reinsediamento 2022/2023

Nella seduta del 16 giugno 2023, il Consiglio federale ha approvato il programma di reinsediamento per gli anni 2024-2025. In questi due anni, la Svizzera potrà accogliere un massimo di 1.600 rifugiati particolarmente vulnerabili che versano in situazione di precarietà nel Paese di prima accoglienza.

Una volta ancora è data la priorità ai rifugiati vulnerabili provenienti dalle regioni di crisi nel Vicino Oriente e dalla rotta migratoria del Mediterraneo centrale. Fino al dieci per cento del contingente complessivo è destinato a gruppi colpiti da situazioni di crisi impreviste all’infuori di queste zone geografiche prioritarie.

Il programma di reinsediamento 2024/2025 sarà, tuttavia, attivato soltanto d’intesa con i Cantoni, le città e i Comuni. Le ammissioni di gruppi di rifugiati riprenderanno, quindi, solo quando la situazione nel settore dell'asilo si sarà calmata a sufficienza per permettere di prendere in carico queste persone vulnerabili.

Ultima modifica 03.11.2023

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