La protezione dei rifugiati europea in crisi. Che cosa può fare la Svizzera?

Secondo la Commissione federale della migrazione (CFM), quella dell’autunno 2015 non è una crisi dei rifugiati ma una crisi della protezione dei rifugiati in Europa. La CFM pubblica un catalogo di provvedimenti che consentono alla Svizzera di migliorare la tutela dei rifugiati e delle altre persone bisognose di protezione.

Le raccomandazioni della CFM abbracciano sei settori e propongono di:

  • offrire maggiore sostegno alle persone in loco, soprattutto in Libano, Giordania e Turchia;
  • andare a prendere le persone sul posto per evitare che intraprendano traversate pericolose e potenzialmente mortali. Potenziare e velocizzare considerevolmente il programma di reinsediamento;
  • prendere a carico le persone per sgravare temporaneamente i Paesi particolarmente sotto pressione. Ciò comprende anche la partecipazione a un programma europeo di ricollocazione;
  • proteggere le persone. Già nel 2014 la CFM ha proposto di introdurre un nuovo statuto di protezione complementare che sostituisca l’ammissione provvisoria;
  • offrire prospettive di lungo respiro alle persone. Agevolare l’accesso alla formazione e al mercato del lavoro in tutto il Paese;
  • decriminalizzare le persone. La CFM rammenta inoltre che non si devono presentare le persone in fuga e in cerca di protezione come «illegali» e «criminali», bensì utilizzare i termini giusti: migranti, rifugiati, richiedenti l’asilo.

Venerdì scorso il Consiglio federale ha deciso di ammettere, nel quadro del primo programma di ricollocazione, 1500 persone già registrate in Italia o in Grecia. In compenso saranno tuttavia ammesse 1500 persone in meno nel quadro del reinsediamento di rifugiati provenienti direttamente dalle aree di crisi. La CFM esorta il Consiglio federale a riconsiderare la propria decisione e ad aumentare invece nettamente il numero di persone da accogliere nel quadro del reinsediamento.

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Ultima modifica 21.09.2015

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