Da uno studio commissionato dalla CFM emerge che negli ultimi anni il numero di persone obbligate a lasciare il loro luogo di domicilio e che tuttavia non possono essere considerate rifugiati ai sensi della Convenzione di Ginevra è aumentato drasticamente. Per meglio rispondere alle esigenze di questi sfollati la Svizzera deve adeguare il proprio sistema di protezione. La CFM propone, tra le altre misure, l’introduzione di uno statuto di protezione complementare.
Alla metà del 2014, circa 53 milioni di persone vivevano una situazione di migrazione forzata, lontano dalla propria casa, dalla propria città o villaggio o addirittura dalla propria patria, che avevano abbandonato perché costrette o sentitesi costrette a farlo. In un modo o nell’altro, tutte queste persone hanno bisogno di protezione. Roger Zetter, esperto di questioni legate alla migrazione che fino al 2011 ha diretto il Refugee Studies Centre dell’Università di Oxford, ha svolto un ampio studio commissionato dalla CFM, sulle esigenze in termini di protezione dei vari gruppi di profughi. Oltre ad analizzare le esigenze, lo studio ha individuato le sfide odierne e future come anche le vie e misure possibili per garantire una migliore protezione a queste persone. Pubblicata nella collana della CFM «Documentazione sulla politica migratoria», l’indagine di ampio respiro svolta a livello internazionale è stata presentata il 18 dicembre in occasione della Giornata Mondiale del Migrante.
Dal rapporto Zetter emerge chiaramente come negli ultimi anni le motivazioni, le forme, le rotte e l’entità della migrazione forzata siano molto cambiate. Sempre più spesso migranti del lavoro, rifugiati (oggetto di persecuzione personale) e sfollati a causa di guerre o di altri tipi di violenza seguono gli stessi percorsi migratori e sono esposti ai medesimi pericoli. Una nozione di protezione concepita per i soli rifugiati in senso stretto, ossia oggetto di persecuzione personale, non è più consona alla realtà odierna. In ultima analisi, tutti gli sfollati hanno bisogno di protezione.
Nel 2014 la CFM ha posto un focus particolare sulla protezione degli sfollati, giungendo alla conclusione che anche la Svizzera - insieme ad altri Paesi - debba adeguare il proprio sistema di protezione. Nelle sue raccomandazioni concernenti la concessione della protezione, propone pertanto, tra le altre misure, l’introduzione di un nuovo statuto di protezione complementare che sostituisca l’ammissione provvisoria. Il nuovo statuto è destinato alle persone che, pur non adempiendo i presupposti per il riconoscimento dello statuto di rifugiato ai sensi della Convenzione di Ginevra, al ritorno nello Stato d’origine sarebbero esposte a un grave pericolo. Lo statuto di protezione complementare può essere annullato una volta scongiurato il pericolo. Se il pericolo persiste, dopo sei anni è rilasciato un regolare permesso di dimora. La CFM è convinta che questo statuto meglio risponda alle esigenze delle persone bisognose di protezione che non l’odierna ammissione provvisoria.
Documentazione
Analisi dei dati

Traiettorie attraverso diversi statuti di soggiorno delle persone ammesse provvisoriamente in Svizzera
(PDF, 380 kB, 04.06.2020)Analisi dei dati su incarico della Commissione federale della migrazione CFM
Ultima modifica 18.12.2014
Contatto
Commissione federale della migrazione
Servizio dell’informazione
Sibylle
Siegwart
Quellenweg 6
CH-3003
Berna-Wabern
T
+41 58 465 85 02
Direttrice supplente e addetta all’informazione CFM