Il Consiglio federale è consapevole che il diritto vigente punisce già tutte le forme di lesione degli organi genitali femminili, che rientrano nella fattispecie delle lesioni gravi o semplici, e dubita che la nuova fattispecie penale riesca effettivamente a risolvere i problemi relativi alle prove e alla distinzione da altri reati: anche applicando la nuova disposizione, infatti, non si potrà rinunciare a chiarire accuratamente i fatti e a raccogliere scrupolosamente le prove dei danni subiti dalla vittima, scrive nel suo parere.
Lottare con tutti i mezzi
Ciononostante, il Consiglio federale considera la modifica proposta idonea per motivi politici e ritiene che lanci un chiaro segnale per una lotta con tutti i mezzi contro tali pratiche. Inoltre, rammenta che il diritto penale non può essere l'unico strumento per tutelare le donne da lesioni degli organi genitali e rimanda all’importanza particolare che rivestono le campagne di informazione tra gli immigrati.
Anche i reati compiuti all'estero saranno puniti
Secondo la nuova disposizione penale, in futuro il diritto svizzero perseguirà la mutilazione degli organi genitali femminili indipendentemente dalla cittadinanza dell'autore e della vittima, dal luogo in cui è stato compiuto il reato e dal diritto ivi vigente, purché l'autore si trovi in Svizzera. Considerata la gravità dei reati e il fatto che le vittime sono spesso minorenni, il Consiglio federale concorda con la proposta di introdurre il principio assoluto dell'universalità.
Documenti
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Parere del Consiglio federale
(FF 2010 4967)
Ultima modifica 25.08.2010
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