Eliminare le disparità salariali fra donna e uomo

Berna, 02.03.2009 - Le parti sociali, in collaborazione con la Confederazione, lanciano il progetto «Dialogo sulla parità salariale» con il quale si prefiggono di eliminare le disparità salariali fra donna e uomo nelle imprese attive in Svizzera. Il progetto, realizzato su base volontaria, dura cinque anni ed è sostenuto e seguito dai servizi federali coinvolti. Il Consigliere federale Pascal Couchepin e rappresentanti delle parti sociali hanno presentato il progetto in una conferenza stampa tenutasi a Berna.

Dal 1° marzo 2009, le imprese svizzere hanno l’opportunità di aderire al progetto «Dialogo sulla parità salariale». A tale scopo, la direzione dell’azienda interessata sottoscrive con il sindacato competente o con la rappresentanza dei lavoratori eletta un accordo particolare mediante il quale si impegna a esaminare in modo spontaneo, semplice ed economico il proprio sistema salariale sotto il profilo delle discriminazioni sessuali e ad adottare le misure necessarie per eliminarle. Per effettuare l’esame, le imprese possono avvalersi di LOGIB, uno strumento di provata efficacia messo a disposizione dalla Confederazione. 

Un ampio fronte di sostegno
«Dialogo sulla parità salariale» è stato lanciato dalle associazioni mantello dei datori di lavoro (Unione svizzera degli imprenditori, Unione svizzera delle arti e mestieri) e dei lavoratori (Unione sindacale svizzera, Travail.Suisse) congiuntamente con l’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo UFU, l’Ufficio federale di giustizia UFG e la Segreteria di Stato dell’economia SECO. I partecipanti hanno firmato un’intesa di sostegno al progetto nella quale le associazioni si impegnano ad esercitare attivamente la propria influenza e a motivare le aziende ad aderirvi. 

Le parti sociali assumono un ruolo attivo
Con questa intesa, le parti sociali dichiarano la loro volontà di eliminare quanto prima le disparità salariali fra donna e uomo nelle imprese di tutta la Svizzera.
«Dialogo sulla parità salariale» si svolgerà nell’arco di cinque anni. Trascorsi i primi due, è previsto un bilancio intermedio e se risulterà necessario il progetto potrà essere protratto fino al 2016. Il processo beneficerà del supporto finanziario e tecnico degli uffici federali coinvolti.Anche il Consiglio federale condivide questo modus operandi che prevede il ricorso a soluzioni pragmatiche per realizzare l’uguaglianza tra i sessi. Per questo motivo, sostiene la volontà delle parti sociali di seguire questa via per raggiungere l’auspicata parità salariale. 

Un divario salariale persistente, malgrado il mandato costituzionale
Il diritto a un pari salario per un lavoro di pari valore è sancito dalla Costituzione sin dal 1981. Per facilitare l’affermazione di tale diritto, la legge federale sulla parità dei sessi entrata in vigore 13 anni or sono contempla agevolazioni procedurali.Ciò nonostante, la situazione reale è rimasta sostanzialmente immutata. La valutazione dell’efficacia della legge sulla parità dei sessi pubblicata nel 2006 evidenzia che, ancora oggi, in numerose aziende svizzere le lavoratrici guadagnano meno rispetto ai loro colleghi uomini. Spesso, inoltre, rinunciano a far valere i propri diritti per timore di perdere il posto di lavoro, perché non hanno il coraggio di esporsi oppure perché si arrendono davanti all’arduo compito di dimostrare una presunta discriminazione.Nel novembre del 2007, si è quindi tenuto un hearing delle parti sociali durante il quale sono state discusse diverse strategie per affrontare questa situazione insoddisfacente. In quell’occasione, le parti sociali hanno concordato di unire le forze per incoraggiare le imprese a effettuare un esame del proprio sistema salariale e a eliminare le eventuali discriminazioni riscontrate.


Indirizzo cui rivolgere domande

Patricia Schulz, Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo,
tel. +41 31 322 68 43
Luzius Mader, Ufficio federale di giustizia, tel. +41 31 322 41 02



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Ultima modifica 30.01.2024

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